martedì 7 aprile 2009

Tecnologie, millenians, digital native, e-book, LIM, blog ecc.

Una brevissima riflessione sollecitata dalla presentazione del libro di Giovanni Biondi.
Tecnologie, millenians, digital native, e-book, LIM, blog ecc. le parole del nuovo millennio governano il dibattito di pedagogisti, tecnologi dell’educazione, esperti di didattica.
Il video è bello, la domanda interessante (la scuola dopo le nuove tecnologie?), la risposta è affascinante (la scuola in una mano), nel libro si auspica un cambio di prospettiva rispetto ai problemi legati all’utilizzo delle tecnologie nella scuola, affermando che la società dell’ITC e la scuola sono molto distanti, quindi è necessario che le tecnologie da sussidio diventino trasparenti affinché siano catalizzatori dell’azione didattica e dell’apprendimento. Tutto questo è condivisibile, ma....la strada è lunga e tortuosa, non basta cambiare l'architettura degli edifici (l'abito non fa il monaco) e nemmeno modernizzare gli strumenti ausiliari (libro VS e-book, palmari, LIM ecc.), forse servirebbe una società che ritiene la formazione pubblica il settore nevralgico per il futuro economico e sociale del paese, servirebbe un governo che investe nella ricerca e nella scuola più di quanto sia mai stato fatto. Servirebbe un cambio di prospettiva nella visione negativa che dagli anni ’70 in poi ha caratterizzato il luogo formale dell’apprendimento, la scuola. Servirebbe che la scuola ritrovi dignità, rispetto, identità e significato. Servirebbe che nella scuola si ricominci a parlare di apprendimento non come prodotto ma come percorso creativo di intelligenze multiple che usano molteplici linguaggi, che coltivano connessioni nella rete, che costruiscono conoscenza e producono senso. Ebbene sono convinto che nella scuola e nella formazione si possa determinare il cambio sistemico che ci permetterà di di uscire dalla deriva di questo moderno mondo liquido.

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